martedì 18 maggio 2010



Comprare, indossare, mangiare, usare. Le nostre vite sono piene di oggetti di cui sappiamo realmente poco.
I grandi punti di distribuzione portano la narrazione a livelli architettonici, progettando la nostra esperienza fin nei minimi dettagli: la sequenza di espositori, scaffali, temi, suggestioni, colori, svolte, strettoie; i suoni rassicuranti che ci annunciano opportunità imperdibili; i temi sociali, ecologici ed economici, per cui tutto il pane è “quello di una volta“, tutti gli shampoo sono “a basso impatto ambientale“, ogni automobile “riduce le emissioni dannose” e ogni sacchetto di caffè è prodotto dai contadini locali su ridenti montagne
Oggi possiamo, per fortuna, scegliere tra migliaia di produttori che hanno oramai scelto la via della sostenibilità, dell’ecologia e del rispetto delle diversità. C’è anche da dire, però, che per quel che riguarda questi temi la possibilità di accedere a informazioni e conoscenza diventa un elemento di primaria importanza.
Squatting Supermarket è un' installazione che riproduce un supermercato interattivo in Realtà Aumentata.
L’obiettivo è raccontare l’altra parte della storia dei prodotti, fatta di persone, città, ambienti naturali, risorse energetiche, povertà, ricchezze, differenze.

Tre sono i movimenti della narrazione.

1) l’Ambiente. Un iPhone è disposto in modo da permettere ai visitatori di guardare uno scaffale di un supermercato attraverso il visore. Nell’inquadratura, toccando sullo schermo i prodotti sullo scaffale, appaiono informazioni sul loro impatto ambientale, sulle politiche ecologiche e di responsabilità sociale dei loro produttori, sulle statistiche globali della loro produzione, assemblaggio, trasporto. I suoni del supermercato si miscelano a quelli di voci narranti, che raccontano le statistiche e le informazioni.

2) le Storie. Lo scaffale di un supermercato prende vita. Avvicinandosi ai prodotti le voci, i suoni e le immagini dei loro produttori si animano, a stabilire un rapporto con i frequentatori del supermercato, a cui raccontano la propria storia e quella delle loro famiglie, le loro abitudini, le condizioni in cui producono i prodotti che vanno a finire lì, sullo scaffale.

3) i Corpi. Dopo aver dato la parola ai prodotti, la terza parte è dedicata all’espressione delle persone che attraversano gli spazi del supermercato. I percorsi, il movimento delle mani e di altre parti del corpo, e i suoni e le parole di soggeti, carrelli, oggetti, diventano una colonna sonora e una ambientazione visiva generative per l’ultima parte dell’installazione.

1 commenti:

David Capelli ha detto...

Che dire...intanto in bocca al lupo per il blog che seguirò voracemente.
Quello che si chiama The Valley farà strada.

E brava Buraline che ti stai iniziando a muovere con qualcosa di digitale, perfettamente in linea con il think tank di cui ti parlavo (The next big thing). Adesso mi lavoro un po' il perinott poi tiriamo fuori un manifesto e una filosofia di base per partire.

PS: So bene di essere stato criptico

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